A soli 50 giorni dall’annuncio di un piano di investimenti per l’Europa ambizioso per promuovere l’occupazione e la crescita, la Commissione europea ha adottato oggi la proposta legislativa sul Fondo europeo per gli investimenti strategici, che sarà istituito in stretto partenariato con la Banca europea per gli investimenti (BEI). Il Fondo costituisce il fulcro dell’offensiva sugli investimenti del Presidente Juncker, che mobiliterà almeno 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati in tutta l’Unione europea. Saranno sostenuti soprattutto gli investimenti strategici, ad esempio nella banda larga e nelle reti energetiche, e le imprese di dimensioni più piccole che contano un massimo di 3 000 dipendenti. La proposta istituisce inoltre un Polo europeo di consulenza sugli investimenti per contribuire all’individuazione, la preparazione e lo sviluppo di progetti in tutta l’Unione. Una riserva di progetti di investimento europei migliorerà infine l’informazione degli investitori sui progetti esistenti e futuri.
Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato: “Questa Commissione fa sul serio. Con l’odierna proposta sul Fondo europeo per gli investimenti strategici manteniamo, insieme al nostro partner, la BEI, l’impegno assunto in novembre dinanzi alla plenaria del Parlamento europeo, compiendo un passo importante verso il ritorno degli europei nel mondo del lavoro e la riaccensione dell’economia dell’Unione. Conto ora sulla leadership politica dei colegislatori – Parlamento europeo e Consiglio – affinché la proposta sia adottata in tempi brevi, così che il Fondo possa essere operativo entro giugno aprendo il flusso dei nuovi investimenti. Questo e nulla meno si aspettano i cittadini d’Europa, e il tempo stringe.”
Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per il portafoglio “Occupazione, crescita, investimenti e competitività”, ha dichiarato: “Diamo corpo oggi all’essenza stessa del piano di investimenti per l’Europa: il Fondo europeo per gli investimenti strategici sosterrà progetti che presentano un profilo di rischio più elevato, in modo da far decollare gli investimenti nei paesi e nei settori in cui più acuto è il bisogno di creare occupazione e di realizzare crescita. Il prossimo passo dovrà essere una moltiplicazione dell’impatto del piano di investimenti per l’Europa che instauri un circolo virtuoso in cui l’aumento degli investimenti si traduca nell’aumento e miglioramento dei posti di lavoro e in una crescita stabile. A tal fine sto percorrendo in lungo e in largo l’Unione e i riscontri positivi ottenuti finora mi sono d’incoraggiamento.”

La proposta della Commissione comprende i diversi elementi seguenti.
1. Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS)
Il FEIS costituisce il principale veicolo di mobilitazione di almeno 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nell’economia reale nei prossimi tre anni. Finanzierà progetti dal profilo di rischio più elevato, in modo da massimizzare l’impatto della spesa pubblica e da sbloccare gli investimenti privati. Il Fondo sarà istituito nell’ambito della Banca europea per gli investimenti (BEI), con cui la Commissione collaborerà in un partenariato strategico.
Partecipazione degli Stati membri
Gli Stati membri possono partecipare al FEIS. Col consenso dei contributori esistenti, la partecipazione è aperta anche a terzi, quali banche di promozione nazionali o enti pubblici di proprietà degli Stati membri o da essi controllati, soggetti del settore privato e soggetti extraunionali.
Trattamento ai fini del patto di stabilità e crescita
Già in novembre la Commissione aveva indicato che, ai fini del patto di stabilità e crescita, avrebbe riservato un trattamento favorevole ai contributi versati al FEIS dagli Stati membri. Per ulteriori precisazioni su quest’aspetto si rimanda alla comunicazione distinta sullo sfruttamento della flessibilità consentita dalle norme vigenti del patto, pubblicata anch’essa oggi dalla Commissione.
La comunicazione precisa che i contributi nazionali versati al FEIS non saranno computati nella valutazione dell’aggiustamento di bilancio, e questo per tutti gli Stati membri, siano essi nel braccio preventivo o in quello correttivo del patto.
Per i paesi che fruiscono della cosiddetta “clausola sugli investimenti”, il trattamento favorevole ai fini del patto si estenderà anche al cofinanziamento con il FEIS di progetti o di piattaforme d’investimento.
Governance del FEIS
Il comitato direttivo deciderà l’indirizzo generale, le linee guida d’investimento, il profilo di rischio, le politiche strategiche e l’allocazione strategica delle attività del Fondo, nel rispetto degli orientamenti politici della Commissione. Finché la BEI e la Commissione resteranno gli unici contributori al FEIS, il numero dei membri e dei voti sarà assegnato in base all’entità del rispettivo contributo e tutte le decisioni saranno adottate per consenso. Una volta che al Fondo avranno aderito altri contributori, sarà mantenuta la proporzionalità tra contributo versato e numero dei membri e dei voti e, qualora risulti impossibile raggiungere un consenso, le decisioni saranno adottate a maggioranza semplice. Nessuna decisione può essere adottata con il voto contrario della Commissione o della BEI.
Il comitato per gli investimenti, che risponderà al comitato direttivo,vaglierà i singoli progetti scegliendo quelli che otterranno il sostegno del FEIS, senza essere vincolato a contingenti geografici o settoriali. Il comitato sarà composto da sei esperti del mercato indipendenti e dall’amministratore delegato, che sarà responsabile della gestione quotidiana del FEIS. L’amministratore delegato e il suo vice saranno nominati dal comitato direttivo su proposta congiunta della Commissione e della BEI.
2. Polo europeo di consulenza sugli investimenti (EIAH)
Affidandosi alle competenze già disponibili, l’EIAH costituirà lo sportello unico panunionale di assistenza per l’individuazione, la preparazione, lo sviluppo e il finanziamento dei progetti. Offrirà altresì consulenza sull’uso di strumenti finanziari innovativi e sul ricorso a partenariati pubblico-privato.
3. Riserva trasparente di progetti europei
Una riserva di progetti europei trasparente informerà gli investitori dei progetti esistenti disponibili e dei potenziali progetti futuri. La disinformazione rappresenta oggi uno dei grandi ostacoli agli investimenti. La riserva sarà aggiornata periodicamente in modo che gli investitori dispongano di informazioni attendibili e attuali su cui basare le decisioni d’investimento. La task force congiunta Commissione-BEI per gli investimenti ha già individuato circa 2 000 potenziali progetti per un valore di 1 300 miliardi di euro.
4. Fondo di garanzia dell’UE e incidenza sul bilancio dell’UE
La proposta costituisce un fondo di garanzia dell’UE inteso a offrire al bilancio dell’Unione una riserva di liquidità per le eventuali perdite subite dal FEIS nell’attività di sostegno di progetti. Il fondo di garanzia sarà alimentato gradualmente con pagamenti attinti al bilancio dell’UE fino a raggiungere 8 miliardi di euro entro il 2020. A tal fine occorre modificare il bilancio 2015 dell’UE per aggiungervi le nuove linee necessarie e stornare verso di esse 1,36 miliardi di euro in stanziamenti d’impegno e 10 milioni di euro in stanziamenti di pagamento. Nel complesso, per l’esercizio 2015 l’impatto sul bilancio dell’UE è neutro. I 10 milioni di pagamenti concorreranno a coprire le spese amministrative del Polo europeo di consulenza sugli investimenti.
Prossime tappe
L’odierna proposta della Commissione dovrà essere adottata con procedura legislativa ordinaria (“codecisione”) dai legislatori dell’Unione, ossia da Parlamento europeo e Consiglio. Al Consiglio europeo di dicembre i capi di Stato o di governo hanno invitato “i legislatori dell’Unione a trovare un accordo (…) [sulla proposta] entro giugno, di modo che si possano attivare i nuovi investimenti fin dalla metà del 2015.” Sempre nel quadro del piano di investimenti, la Commissione europea opera per abbattere altri ostacoli normativi agli investimenti e per rafforzare il mercato unico. Una prima serie di interventi è esposta nel programma di lavoro della Commissione per il 2015.

Contesto
A causa della crisi economica e finanziaria, gli investimenti nell’UE hanno registrato un calo pari al 15% circa rispetto al picco del 2007. La liquidità finanziaria è disponibile, ma gli investimenti sono frenati dall’incertezza delle prospettive economiche e dall’entità del debito pubblico e privato in alcune parti dell’UE. Il piano di investimenti per l’Europa è pertanto in grado di contribuire abbinando i progetti alla liquidità disponibile e incanalando i fondi verso le destinazioni in cui servono.
Il Presidente Juncker ha fatto del piano di investimenti per l’Europa la sua prima priorità, presentandolo già il 26 novembre 2014, a distanza di poco più di tre settimane dal suo insediamento. Poche settimane dopo, il 18 dicembre, il piano è stato approvato dal Consiglio europeo di dicembre.

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